pirex
2013-05-22 20:44:57 UTC
Sono un prete da marciapiede
Nella vita mi hanno apostrofato
in ogni modo: chierico rosso, prete
comunista, protettore dei tossici.
Ma si sono dimenticati che sono anche amico
delle prostitute, dei devianti, dei balordi,
dei border line, dei migranti, di tutti coloro
che viaggiano ai margini della società.
Un prete da marciapiede, insomma.
È lì che vivo, ogni giorno e ogni notte, cercando
la speranza insieme alle persone che
incontro.
È lì che mi è stata insegnata la vita.
Il posto di un prete è fra la gente:
in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola,
ovunque ci sia bisogno di lui, ovunque la
gente soffra, lavori, si organizzi, lotti per i
propri diritti e la propria dignità.
«Alzatevi! », dice il papa...
Nel mondo stanno aumentando ingiustizie
e squilibri, i ricchi sono sempre
più ricchi e i poveri sempre più poveri.
In Italia si stanno verificando fatti gravi, che
ci allontanano dal quadro che avevano
disegnatoDossetti, La Pira e gli altri Padri
costituenti anche laici e comunisti.
C’è allarme rosso su molti fronti:
l’equità sociale, la giustizia, la scuola, la libertà
dell’informazione.
Stiamo davvero rischiando
di vedere restringere il campo d’azione
dei nostri diritti democratici.
Sono bastati pochi anni di governo Berlusconi
per rendere palese la precisa volontà dell’attuale
maggioranza di distruggere le istanze collettive,
le forme dello stare insieme,
gli strumenti grazie ai quali organizzare
la vita sociale.
Se è il sindacato a fare resistenza, si bombarda il sindacato.
Se i Pm lavorano per difendere la legalità,
il Parlamento confeziona leggi ad hoc per
svilire il lavoro della magistratura.
I centri sociali vengono criminalizzati.
Oggi in Italia non sono in gioco soltanto
la scuola, la salute, l’occupazione;
lo è anche la Costituzione della Repubblica,
soprattutto i suoi primi dodici articoli,
che ne racchiudono i princìpi fondamentali,
e che fanno parte delle mie preghiere
quotidiane...
Don Gallo.
«Angelicamente anarchico»
(Mondadori, pagine 123, euro 13)
Don Gallo, addio al ’prete di strada’
http://tinyurl.com/ocbtfx5
Don Gallo, l’abbraccio della Rete
http://tinyurl.com/opvprws
La morte di don Andrea Gallo ci coglie di sorpresa,
nonostante fossimo in attesa che accadesse.
La verità è che non volevamo che morisse perché ci teneva
sulle sue ginocchia e ci consolava, ci coccolava.
In un tempo di papi e di gerarchie fissati su un’idea
di Dio astratta, don Andrea ci fa vedere un Dio
con le mani sporche di umanità, ansioso di sporcarsi
e stare con la gente, fuori del tempio isolato
da un muro d’incenso e d’ipocrisia.
Lo scorso anno a Palazzo Ducale di Genova,
alla presentazione del mio romanzo «Habemus papam»,
in cui preconizzavo la necessità di un papa di nome Francesco,
si entusiasmò e, prendendomi da parte, mi disse:
«Sarebbe ora, mi piacerebbe esserci».
Ora sono contento che ha visto l’arrivo di papa Francesco
e ha fatto appena in tempo a pubblicare l’ultimo suo libro
«In cammino con Francesco», quasi assaporando
il cambio di marcia tanto desiderato.
Don Andrea Gallo, nella mia esperienza di amicizia
e di affetto, è un uomo e un profeta di Dio,
nato e cresciuto «strabico» per natura e per vocazione.
Sì, era strabico come Mosè nell’esperienza del Sinai.
Ebbe sempre una doppia stella polare:
un occhio volto sempre al popolo e uno a Dio, mai separati.
Strabico, ma non scisso.
Per lui Dio e il suo popolo di poveri, di beati,
di umili, di emarginati, «gli ultimi» sono la stessa cosa
e se, per caso, non lo erano, in lui si fondevano e si identificavano.
Don Andrea Gallo, ha costruito ponti,
nella chiarezza dei fondamenti della Costituzione italiana
che, nell’era del vergognoso berlusconismo,
ha difeso con ardore e passione da Partigiano,
e nella linearità ideale del Vangelo che ha vissuto
«sine glossa» perché il Vangelo è vita donata e ricevuta
senza avere in cambio nulla. Non ha una vita sua e tanto meno privata:
uomo di tutti, uomo sempre accogliente e disponibile.
Per questo don Gallo è un prete a 360° senza pizzi e merletti,
ma vestito dell’umanità malata e carica di voglia di esserci.
Quando incontra una persona, la guarda con quegli occhi profondi
e gli trasmette il messaggio che lei e solo lei è importante
e vale la pena «perdere tempo» per lei.
Ora don Andrea Gallo è morto.
Ora don Gallo vive perché, se da un lato ci lascia più soli,
dall’altro lascia a noi un impegno e un compito:
essere coerenti come ci ha insegnato in vita e in morte.
Per me, che lui chiamava affabilmente «il mio teologo preferito»,
inizia un cammino di solitudine ecclesiale ancora più intensa
perché quando c’era lui, bastava un incontro, una telefonata
per rincuorarci a vicenda e confidarci cose da preti.
Ora resto solo, ma con la certezza che averlo conosciuto,
amato, difeso, condiviso è uno dei regali più grandi che Dio
mi ha fatto e di cui sono grato.
Non piango la morte di don Gallo, piango per la gioia
di essere stato considerato degno di averlo avuto come amico e padre.
Ciao, Partigiano, aiutami a essere sempre più vero
e sempre più coerente come mi hai insegnato con il tuo esempio
e la tua dedizione di prete da marciapiede.
Ti vedo in cielo attorniato dai poveri e dalle prostitute,
sì quelle che ci precedono nel Regno di Dio.
di Paolo Farinella | 22 maggio 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/22/don-andrea-gallo-e-morto-don-gallo-andrea-vive/602882/
È morto Don Gallo, il prete partigiano
...L’ultima sfida?
Il corteo contro l’inaugurazione di una sala giochi a Pegli, un mese
fa.
Tra i gesti eclatanti, l’abbandono polemico della Mondadori...
alessandra pieracci
Su La Stampa
http://tinyurl.com/pw67xag
Nella vita mi hanno apostrofato
in ogni modo: chierico rosso, prete
comunista, protettore dei tossici.
Ma si sono dimenticati che sono anche amico
delle prostitute, dei devianti, dei balordi,
dei border line, dei migranti, di tutti coloro
che viaggiano ai margini della società.
Un prete da marciapiede, insomma.
È lì che vivo, ogni giorno e ogni notte, cercando
la speranza insieme alle persone che
incontro.
È lì che mi è stata insegnata la vita.
Il posto di un prete è fra la gente:
in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola,
ovunque ci sia bisogno di lui, ovunque la
gente soffra, lavori, si organizzi, lotti per i
propri diritti e la propria dignità.
«Alzatevi! », dice il papa...
Nel mondo stanno aumentando ingiustizie
e squilibri, i ricchi sono sempre
più ricchi e i poveri sempre più poveri.
In Italia si stanno verificando fatti gravi, che
ci allontanano dal quadro che avevano
disegnatoDossetti, La Pira e gli altri Padri
costituenti anche laici e comunisti.
C’è allarme rosso su molti fronti:
l’equità sociale, la giustizia, la scuola, la libertà
dell’informazione.
Stiamo davvero rischiando
di vedere restringere il campo d’azione
dei nostri diritti democratici.
Sono bastati pochi anni di governo Berlusconi
per rendere palese la precisa volontà dell’attuale
maggioranza di distruggere le istanze collettive,
le forme dello stare insieme,
gli strumenti grazie ai quali organizzare
la vita sociale.
Se è il sindacato a fare resistenza, si bombarda il sindacato.
Se i Pm lavorano per difendere la legalità,
il Parlamento confeziona leggi ad hoc per
svilire il lavoro della magistratura.
I centri sociali vengono criminalizzati.
Oggi in Italia non sono in gioco soltanto
la scuola, la salute, l’occupazione;
lo è anche la Costituzione della Repubblica,
soprattutto i suoi primi dodici articoli,
che ne racchiudono i princìpi fondamentali,
e che fanno parte delle mie preghiere
quotidiane...
Don Gallo.
«Angelicamente anarchico»
(Mondadori, pagine 123, euro 13)
Don Gallo, addio al ’prete di strada’
http://tinyurl.com/ocbtfx5
Don Gallo, l’abbraccio della Rete
http://tinyurl.com/opvprws
La morte di don Andrea Gallo ci coglie di sorpresa,
nonostante fossimo in attesa che accadesse.
La verità è che non volevamo che morisse perché ci teneva
sulle sue ginocchia e ci consolava, ci coccolava.
In un tempo di papi e di gerarchie fissati su un’idea
di Dio astratta, don Andrea ci fa vedere un Dio
con le mani sporche di umanità, ansioso di sporcarsi
e stare con la gente, fuori del tempio isolato
da un muro d’incenso e d’ipocrisia.
Lo scorso anno a Palazzo Ducale di Genova,
alla presentazione del mio romanzo «Habemus papam»,
in cui preconizzavo la necessità di un papa di nome Francesco,
si entusiasmò e, prendendomi da parte, mi disse:
«Sarebbe ora, mi piacerebbe esserci».
Ora sono contento che ha visto l’arrivo di papa Francesco
e ha fatto appena in tempo a pubblicare l’ultimo suo libro
«In cammino con Francesco», quasi assaporando
il cambio di marcia tanto desiderato.
Don Andrea Gallo, nella mia esperienza di amicizia
e di affetto, è un uomo e un profeta di Dio,
nato e cresciuto «strabico» per natura e per vocazione.
Sì, era strabico come Mosè nell’esperienza del Sinai.
Ebbe sempre una doppia stella polare:
un occhio volto sempre al popolo e uno a Dio, mai separati.
Strabico, ma non scisso.
Per lui Dio e il suo popolo di poveri, di beati,
di umili, di emarginati, «gli ultimi» sono la stessa cosa
e se, per caso, non lo erano, in lui si fondevano e si identificavano.
Don Andrea Gallo, ha costruito ponti,
nella chiarezza dei fondamenti della Costituzione italiana
che, nell’era del vergognoso berlusconismo,
ha difeso con ardore e passione da Partigiano,
e nella linearità ideale del Vangelo che ha vissuto
«sine glossa» perché il Vangelo è vita donata e ricevuta
senza avere in cambio nulla. Non ha una vita sua e tanto meno privata:
uomo di tutti, uomo sempre accogliente e disponibile.
Per questo don Gallo è un prete a 360° senza pizzi e merletti,
ma vestito dell’umanità malata e carica di voglia di esserci.
Quando incontra una persona, la guarda con quegli occhi profondi
e gli trasmette il messaggio che lei e solo lei è importante
e vale la pena «perdere tempo» per lei.
Ora don Andrea Gallo è morto.
Ora don Gallo vive perché, se da un lato ci lascia più soli,
dall’altro lascia a noi un impegno e un compito:
essere coerenti come ci ha insegnato in vita e in morte.
Per me, che lui chiamava affabilmente «il mio teologo preferito»,
inizia un cammino di solitudine ecclesiale ancora più intensa
perché quando c’era lui, bastava un incontro, una telefonata
per rincuorarci a vicenda e confidarci cose da preti.
Ora resto solo, ma con la certezza che averlo conosciuto,
amato, difeso, condiviso è uno dei regali più grandi che Dio
mi ha fatto e di cui sono grato.
Non piango la morte di don Gallo, piango per la gioia
di essere stato considerato degno di averlo avuto come amico e padre.
Ciao, Partigiano, aiutami a essere sempre più vero
e sempre più coerente come mi hai insegnato con il tuo esempio
e la tua dedizione di prete da marciapiede.
Ti vedo in cielo attorniato dai poveri e dalle prostitute,
sì quelle che ci precedono nel Regno di Dio.
di Paolo Farinella | 22 maggio 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/22/don-andrea-gallo-e-morto-don-gallo-andrea-vive/602882/
È morto Don Gallo, il prete partigiano
...L’ultima sfida?
Il corteo contro l’inaugurazione di una sala giochi a Pegli, un mese
fa.
Tra i gesti eclatanti, l’abbandono polemico della Mondadori...
alessandra pieracci
Su La Stampa
http://tinyurl.com/pw67xag