Discussione:
Don Andrea Gallo è morto. Don Gallo Andrea vive
(troppo vecchio per rispondere)
pirex
2013-05-22 20:44:57 UTC
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Sono un prete da marciapiede
Nella vita mi hanno apostrofato
in ogni modo: chierico rosso, prete
comunista, protettore dei tossici.

Ma si sono dimenticati che sono anche amico
delle prostitute, dei devianti, dei balordi,
dei border line, dei migranti, di tutti coloro
che viaggiano ai margini della società.
Un prete da marciapiede, insomma.

È lì che vivo, ogni giorno e ogni notte, cercando
la speranza insieme alle persone che
incontro.
È lì che mi è stata insegnata la vita.

Il posto di un prete è fra la gente:
in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola,
ovunque ci sia bisogno di lui, ovunque la
gente soffra, lavori, si organizzi, lotti per i
propri diritti e la propria dignità.
«Alzatevi! », dice il papa...

Nel mondo stanno aumentando ingiustizie
e squilibri, i ricchi sono sempre
più ricchi e i poveri sempre più poveri.
In Italia si stanno verificando fatti gravi, che
ci allontanano dal quadro che avevano
disegnatoDossetti, La Pira e gli altri Padri
costituenti anche laici e comunisti.

C’è allarme rosso su molti fronti:
l’equità sociale, la giustizia, la scuola, la libertà
dell’informazione.

Stiamo davvero rischiando
di vedere restringere il campo d’azione
dei nostri diritti democratici.
Sono bastati pochi anni di governo Berlusconi
per rendere palese la precisa volontà dell’attuale
maggioranza di distruggere le istanze collettive,
le forme dello stare insieme,
gli strumenti grazie ai quali organizzare
la vita sociale.

Se è il sindacato a fare resistenza, si bombarda il sindacato.
Se i Pm lavorano per difendere la legalità,
il Parlamento confeziona leggi ad hoc per
svilire il lavoro della magistratura.
I centri sociali vengono criminalizzati.

Oggi in Italia non sono in gioco soltanto
la scuola, la salute, l’occupazione;
lo è anche la Costituzione della Repubblica,
soprattutto i suoi primi dodici articoli,
che ne racchiudono i princìpi fondamentali,
e che fanno parte delle mie preghiere
quotidiane...

Don Gallo.
«Angelicamente anarchico»
(Mondadori, pagine 123, euro 13)



Don Gallo, addio al ’prete di strada’
http://tinyurl.com/ocbtfx5

Don Gallo, l’abbraccio della Rete
http://tinyurl.com/opvprws


La morte di don Andrea Gallo ci coglie di sorpresa,
nonostante fossimo in attesa che accadesse.
La verità è che non volevamo che morisse perché ci teneva
sulle sue ginocchia e ci consolava, ci coccolava.

In un tempo di papi e di gerarchie fissati su un’idea
di Dio astratta, don Andrea ci fa vedere un Dio
con le mani sporche di umanità, ansioso di sporcarsi
e stare con la gente, fuori del tempio isolato
da un muro d’incenso e d’ipocrisia.

Lo scorso anno a Palazzo Ducale di Genova,
alla presentazione del mio romanzo «Habemus papam»,
in cui preconizzavo la necessità di un papa di nome Francesco,
si entusiasmò e, prendendomi da parte, mi disse:
«Sarebbe ora, mi piacerebbe esserci».

Ora sono contento che ha visto l’arrivo di papa Francesco
e ha fatto appena in tempo a pubblicare l’ultimo suo libro
«In cammino con Francesco», quasi assaporando
il cambio di marcia tanto desiderato.

Don Andrea Gallo, nella mia esperienza di amicizia
e di affetto, è un uomo e un profeta di Dio,
nato e cresciuto «strabico» per natura e per vocazione.
Sì, era strabico come Mosè nell’esperienza del Sinai.
Ebbe sempre una doppia stella polare:
un occhio volto sempre al popolo e uno a Dio, mai separati.

Strabico, ma non scisso.
Per lui Dio e il suo popolo di poveri, di beati,
di umili, di emarginati, «gli ultimi» sono la stessa cosa
e se, per caso, non lo erano, in lui si fondevano e si identificavano.

Don Andrea Gallo, ha costruito ponti,
nella chiarezza dei fondamenti della Costituzione italiana
che, nell’era del vergognoso berlusconismo,
ha difeso con ardore e passione da Partigiano,
e nella linearità ideale del Vangelo che ha vissuto
«sine glossa» perché il Vangelo è vita donata e ricevuta
senza avere in cambio nulla. Non ha una vita sua e tanto meno privata:
uomo di tutti, uomo sempre accogliente e disponibile.

Per questo don Gallo è un prete a 360° senza pizzi e merletti,
ma vestito dell’umanità malata e carica di voglia di esserci.
Quando incontra una persona, la guarda con quegli occhi profondi
e gli trasmette il messaggio che lei e solo lei è importante
e vale la pena «perdere tempo» per lei.

Ora don Andrea Gallo è morto.
Ora don Gallo vive perché, se da un lato ci lascia più soli,
dall’altro lascia a noi un impegno e un compito:
essere coerenti come ci ha insegnato in vita e in morte.

Per me, che lui chiamava affabilmente «il mio teologo preferito»,
inizia un cammino di solitudine ecclesiale ancora più intensa
perché quando c’era lui, bastava un incontro, una telefonata
per rincuorarci a vicenda e confidarci cose da preti.

Ora resto solo, ma con la certezza che averlo conosciuto,
amato, difeso, condiviso è uno dei regali più grandi che Dio
mi ha fatto e di cui sono grato.
Non piango la morte di don Gallo, piango per la gioia
di essere stato considerato degno di averlo avuto come amico e padre.

Ciao, Partigiano, aiutami a essere sempre più vero
e sempre più coerente come mi hai insegnato con il tuo esempio
e la tua dedizione di prete da marciapiede.
Ti vedo in cielo attorniato dai poveri e dalle prostitute,
sì quelle che ci precedono nel Regno di Dio.

di Paolo Farinella | 22 maggio 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/22/don-andrea-gallo-e-morto-don-gallo-andrea-vive/602882/


È morto Don Gallo, il prete partigiano

...L’ultima sfida?
Il corteo contro l’inaugurazione di una sala giochi a Pegli, un mese
fa.
Tra i gesti eclatanti, l’abbandono polemico della Mondadori...

alessandra pieracci
Su La Stampa
http://tinyurl.com/pw67xag
Rafminimi
2013-05-28 08:03:35 UTC
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NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA

Genova

La coerenza in negativo
della moderna Chiesa conciliare



Un esempio di "nuova evangelizzazione" ?


Ed ecco che è morto anche Andrea Gallo, come tutti peraltro, prima o
poi.
Perché parlarne allora?
La morte di qualcuno è un momento umanamente doloroso, ma quando si
tratta di uno come Andrea Gallo, diventa ancora più spiacevole, perché evoca
d'un colpo solo cose brutte.




La "messa bella ciao" di Andrea Gallo dello scorso 8 dicembre


Quanto sarebbe stato meglio se questo personaggio fosse stato
ricordato in maniera discreta! Almeno dalla Chiesa e dagli uomini di Chiesa!
E invece no.
A seguito della grancassa laica, anticattolica e sovvertitrice di ogni
semplice buon senso, anche gli uomini di Chiesa si sono mobilitati per
"rendere omaggio" a questo ottantaquattrenne genovese che aveva avuto la
ventura, sua, di essere ordinato prete, e la sventura, nostra, di essere
mantenuto nella Chiesa, senza neanche censure canoniche, per 54 anni.

Così, il 25 maggio, ad officiare le esequie di Andrea Gallo, arriva
nientemeno che il capo dei vescovi italiani, il Card. Angelo Bagnasco,
arcivescovo di Genova, mentre un arcivescovo emerito sempre di Genova, il
Card. Tarcisio Bertone, ancora Segretario di Stato donec aliter provideatur,
si lancia in un panegirico di circostanza: ricordando "nella preghiera il
suo antico compagno di studi", e rammentando di aver avuto con don Gallo,
durante gli anni trascorsi a Genova come arcivescovo, "un dialogo a volte
franco e vivace". E tuttavia, "la dedizione in favore dei bisognosi non
poteva non avere come sorgiva ispirazione la sua identità sacerdotale".
Che in italiano corrente significa che ha fatto il suo dovere di prete
cattolico quando ha fatto a pezzi l'insegnamento della Chiesa e ha avallato
ogni turpitudine e ogni immoralità.
Amen.





Da parte sua, il Card. Bagnasco si è incaricato di pronunciare
un'omelia
in cui ha detto:

«Ovunque svolse il suo ministero sacerdotale, lo sguardo e il cuore
erano attirati da coloro che portavano più evidenti le ferite della vita,
quelle del corpo e quelle dell'anima. Come il samaritano del Vangelo, e come
è missione di ogni sacerdote, ha cercato di lenire i dolori di chi
incontrava con l'olio della consolazione e il vino della fiducia, ridonando
speranza per guardare al domani.? [.] Don Andrea sapeva che, la sua, era una
risposta a coloro che, per motivi diversi, sono percossi dalla vita; una
risposta alle tante malattie che tolgono la luce, ma non la voglia di
cercare o solo attendere un sorriso e una carezza. Sapeva che era la "sua"
risposta, e non pretendeva che fosse di tutti, perché la fantasia del bene è
grande, ed è percorsa con generoso sacrificio da molti.»

Che in italiano corrente significa che consolava, ungeva e comunicava
tutti, anche se finiva col confermare tutti nell'errore. com'"è missione di
ogni sacerdote". moderno e dedito alla salvezza dei corpi e alla perdizione
delle anime. accompagnava o no certe donne ad abortire?
Lo sa o no il Card. Bagnasco?
E significa anche che ogni prete moderno fa bene a dare la "sua"
risposta ai mali degli uomini, giustamente senza pretendere che la "sua"
risposta sia la risposta di tutti.
È il capo dei vescovi italiani che parla, ufficialmente e
pubblicamente, e insegna che i cattolici, e massimamente i preti, non devono
dare le risposte della Chiesa, le risposte di Dio, ma le "loro" risposte,
come se la religione cattolica fosse una specie di religione "fai da te".
con l'avallo e anche la condivisione e anche il plauso dei vescovi.

E per dimostrare con i fatti tale condivisione, il Card. Bagnasco
indossa per l'occasione una stola adatta alla bisogna, non una stola
cattolica. ovviamente!




Esempio di nuovi preti della nuova Chiesa: Luigi Ciotti e Angelo
Bagnasco


E distribuisce la comunione a tutti, massimamente ai pubblici
peccatori, insegnando ufficialmente e pubblicamente, che contravvenire ai
comandamenti di Dio è cosa che si può tranquillamente riparare con "la
fantasia del bene che è grande, ed è percorsa con generoso sacrificio da
molti".






La Comunione al pubblico peccatore Vladimito Guadagno



Strano connubio questo, tra il capo dei vescovi italiani, un prete
d'assalto
e un pubblico peccatore, che delinea un abbozzo della nuova Chiesa
conciliare, una Chiesa "al passo con i tempi" e a braccetto col peccato.
Come spiegato dallo stesso Andrea Gallo nel suo ultimo messaggio su
twitter datato lunedì sera:

«Sogno una Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta
a condannare, ma sia solidale, compagna».

Come spiegato da Luigi Ciotti, prima dell'ultima benedizione:

«Andrea lavorava per riconoscere dignità e libertà alla persona. Ha
testimoniato una Chiesa che sta dalla parte della dignità inviolabile della
persona umana, ma che non dimentica la dottrina anche se non ha mai permesso
che la dottrina diventasse più importante dei più fragili, dei più deboli,
degli ultimi», Andrea sognava una Chiesa « "non l'Extra Omnes, ma il "dentro
tutti". Dentro i gay, dentro le lesbiche, dentro i divorziati perché, come
ricordava don Andrea, la Chiesa è, prima di tutto misericordia».

Come ha ricordato Vladimiro Guadagno, nella "preghiera dei fedeli":

«Grazie don Gallo, per averci aperto le porte della tua Chiesa: ci hai
fatto sentire amati da Dio».





Una Chiesa moderna che, per mano del capo dei vescovi italiani,
benedice una bara dove non c'è una croce, ma un cumulo di "oggetti"
affastellati in maniera impropria e blasfema: drappo rosso, cappello nero,
copia della Costituzione e copia della. Bibbia!





Una Chiesa moderna che si compiace del connubio improprio tra fedeli e
infedeli, magari tutti nominalmente cattolici, ma tutti dimentichi del cuore
del cattolicesimo: il Vangelo.





Una Chiesa moderna che permette a certi preti moderni di violare gli
altari e di sbeffeggiare la Santa Messa, senza cacciarli via, come sarebbe
suo preciso e inderogabile dovere.

Guai a chiedersi se per caso simili discorsi e simili azioni offendano
i buoni padri di famiglia, le buone madri di famiglia, i buoni figli di
famiglia che si attengono a quanto insegnato e prescritto dalla Chiesa. e
non da ieri.
Guai! Perché si corre il rischio, certo, di essere additati come
"rigoristi". perché la moderna Chiesa conciliare non è più la Chiesa della
porta stretta di Cristo, ma la Chiesa del porticato del mondo, in cui passa
gioioso e trascinante il torrente dell'amore, dell'accoglienza, della
tenerezza, del volemose bene, secondo come richiama provocatoriamente un
vecchio detto siciliano: "chu futti, futti, 'ca Diu pirduna a tutti ".

Guai a chiedersi perché i capi dei vescovi italiani continuino ad
esercitarsi nel comunicare ufficialmente e pubblicamente in chiesa, in
occasioni importanti, regolarmente riprese e diffuse dai mezzi di comunione
di massa, dei pubblici peccatori; come fece il Card. Ruini il 22 maggio del
2005, a Bari.
Guai! Perché si corre il rischio, certo, di passare per
"fondamentalisti". che vorrebbero una Chiesa da Medio Evo, in un mondo che è
invece cambiato e che pretende che agli anormali e ai peccatori debba essere
riconosciuto ogni possibile, e impossibile, diritto, e ancora pretende che i
cattolici che chiamano peccato il peccato, aberrazione l'aberrazione, fango
il fango, debbano andare in galera per intolleranza!

Guai a chiedersi se i nuovi preti della nuova Chiesa conciliare siano
coscienti del male che insegnano con le parole, con le opere e con le
omissioni, del male che diffondono, del numero di anime che finiscono col
traviare e col condurre all'Inferno.
Guai! Perché si finisce con l'essere etichettati come
"tradizionalisti" ed essere cacciati fuori dalla Chiesa, fuori da questa
moderna Chiesa conciliare che accoglie tutti. purché disprezzino il Vangelo,
offendano Cristo e facciano di tutto per fare le opere del diavolo e non
quelle di Dio.

Guai a noi, poveri uomini della strada, che ci tocca muoverci in
questa valle di lacrime fidando solo nelle nostre preghiere, nell'ausilio
della Santa Vergine e nella misericordia di Dio, non potendoci più fidare
dei ministri della Chiesa, che invece di fare i pastori delle pecore,
introducono i lupi nel gregge, incuranti di quante pecorelle del Signore
vengano, da questi rapaci, spinte nel baratro della perdizione eterna.

Guai a coloro che non compiono il proprio dovere di stato, soprattutto
quando, chiamati a guidare la barca cattolica, la conducono tra i marosi del
mondo, foss'anche inconsciamente, pur di compiacere questo mondo il cui
principe è il demonio.





Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio,
abbi pietà di noi peccatori!
pirex
2013-05-28 11:35:59 UTC
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Post by Rafminimi
NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
Genova
La coerenza in negativo
della moderna Chiesa conciliare
Un esempio di "nuova evangelizzazione" ?
Ed ecco che è morto anche Andrea Gallo, come tutti peraltro, prima o
poi.
Perché parlarne allora?
La morte di qualcuno è un momento umanamente doloroso, ma quando si
tratta di uno come Andrea Gallo, diventa ancora più spiacevole, perché evoca
d'un colpo solo cose brutte.
La "messa bella ciao" di Andrea Gallo dello scorso 8 dicembre
Quanto sarebbe stato meglio se questo personaggio fosse stato
ricordato in maniera discreta! Almeno dalla Chiesa e dagli uomini di Chiesa!
E invece no.
già, vi sarebbe piaciuto che fosse stato dimenticato prima ancora di
morire.
E non vi passa per la testa che lui fosse uno dei pochi
ad attenersi al Vangelo e per questo è stato onorato
dagli ultimi di questa terra e dalle poche persone dotate di buon
senso...
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VOI CHE ABORRITE IL NANO
E GIOITE PER IL TRIONFO DI NAPOLITANO
ALLA PROSSIMA NANESCA NEFANDEZZA
SPUTATEVI IN UN OCCHIO CON DESTREZZA.
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