.]><]]]]°> _^Yulìo'10^m_,
2011-09-17 08:31:17 UTC
Con la scoperta dell'America s'introdusse in Europa la sifilide. I clericali
che contrassero questa
malattia furono praticamente tutti e molti ne morirono. Nessun ecclesiastico
ne rimase immune
compresi gli stessi papi, quali Giulio II e Leone X il quale, sempre per
quel bastardume che
favoriva l'elezione al seggio di S. Pietro, divenuto cardinale a quattordici
anni, fu eletto Papa a
trentasei dopo aver preso la sifilide a venticinque. Sisto IV, il
realizzatore della cappella Sistina,
anche lui sifilitico, ebbe due figli dalla sorella maggiore. Bisessuale, fu
un gran pederasta e
sodomita tanto che, secondo quanto scrive il cancelliere d'Infessura, molti
furono coloro che
ricevettero da lui la porpora cardinalizia come ricompensa dei favori
sessuali ricevuti. (Non
dimentichiamo che Michelangelo fu un omosessuale...)
Papa Sisto IV organizzò la prostituzione istituendo quei bordelli dei quali
la Chiesa continuò ad
esserne l'amministratrice fino ai nostri tempi, cioè fino a quando furono
chiusi dalla leggi Merlini.
Di bordelli istituiti dalla Chiesa se ne contarono a centinaia in tutto il
mondo cristiano. Considerati
fonte di sicuro reddito, i papi spesso li assegnavano come base di
sostentamento alle diocesi i cui
vescovi, a loro volta, li parteggiavano con le parrocchie assegnando a
ciascuna di esse una prostituta
la quale, divenuta proprietà della Chiesa, versava ogni quindici giorni il
ricavato delle marchette al
parroco (quindicina).
Tra tanti bordelli, il maggiore, sia nella perversità che nella grandiosità
dell'organizzazione, fu
certamente il Vaticano nel quale ogni sera entravano schiere di omosessuali
e di donne travestite da
uomini per animare le orge dei nobili romani che, in qualità di bastardi,
erano legati da parentela
con i più grandi prelati e con gli stessi papi.
Nei secoli XV e XVI il 50% della popolazione di Roma era formata da bastardi
provenienti dai
conventi, dai bordelli e dalle relazioni dei preti che disponevano di un
numero illimitato di
concubine. ( Leggere LA FAVOLA DI CRISTO- www.luigicascioli.it ).
Omosessualità nel clero
Se i Francescani e i Carmelitani ebbero fama come grandi amatori di donne, i
Gesuiti l'acquistarono
come pederasti. Secondo Voltaire, Grécourt, Mirabeau e altri scrittori e
storici dell'epoca, i Gesuiti
avevano posto come regola nei loro istituti di considerare come ricompensa
ai meriti scolastici il
portarsi a letto gli allievi.
Secondo lo storico Benedetto Varchi, il vescovo di
Faenza, Monsignor Cheri, morì mentre veniva
sodomizzato da Pierluigi Farnese, figlio bastardo di
Paolo III. La debauche presso il clero era ormai
praticata con tanta naturalezza che Leone X la
legalizzò con il libro-codice "Camera Taxe", che con
i suoi 35 articoli permetteva di ottenere il perdono di
tutti i crimini, anche i più efferati, dietro pagamento
di una ammenda da versarsi all'erario pontificio.
GxM
che contrassero questa
malattia furono praticamente tutti e molti ne morirono. Nessun ecclesiastico
ne rimase immune
compresi gli stessi papi, quali Giulio II e Leone X il quale, sempre per
quel bastardume che
favoriva l'elezione al seggio di S. Pietro, divenuto cardinale a quattordici
anni, fu eletto Papa a
trentasei dopo aver preso la sifilide a venticinque. Sisto IV, il
realizzatore della cappella Sistina,
anche lui sifilitico, ebbe due figli dalla sorella maggiore. Bisessuale, fu
un gran pederasta e
sodomita tanto che, secondo quanto scrive il cancelliere d'Infessura, molti
furono coloro che
ricevettero da lui la porpora cardinalizia come ricompensa dei favori
sessuali ricevuti. (Non
dimentichiamo che Michelangelo fu un omosessuale...)
Papa Sisto IV organizzò la prostituzione istituendo quei bordelli dei quali
la Chiesa continuò ad
esserne l'amministratrice fino ai nostri tempi, cioè fino a quando furono
chiusi dalla leggi Merlini.
Di bordelli istituiti dalla Chiesa se ne contarono a centinaia in tutto il
mondo cristiano. Considerati
fonte di sicuro reddito, i papi spesso li assegnavano come base di
sostentamento alle diocesi i cui
vescovi, a loro volta, li parteggiavano con le parrocchie assegnando a
ciascuna di esse una prostituta
la quale, divenuta proprietà della Chiesa, versava ogni quindici giorni il
ricavato delle marchette al
parroco (quindicina).
Tra tanti bordelli, il maggiore, sia nella perversità che nella grandiosità
dell'organizzazione, fu
certamente il Vaticano nel quale ogni sera entravano schiere di omosessuali
e di donne travestite da
uomini per animare le orge dei nobili romani che, in qualità di bastardi,
erano legati da parentela
con i più grandi prelati e con gli stessi papi.
Nei secoli XV e XVI il 50% della popolazione di Roma era formata da bastardi
provenienti dai
conventi, dai bordelli e dalle relazioni dei preti che disponevano di un
numero illimitato di
concubine. ( Leggere LA FAVOLA DI CRISTO- www.luigicascioli.it ).
Omosessualità nel clero
Se i Francescani e i Carmelitani ebbero fama come grandi amatori di donne, i
Gesuiti l'acquistarono
come pederasti. Secondo Voltaire, Grécourt, Mirabeau e altri scrittori e
storici dell'epoca, i Gesuiti
avevano posto come regola nei loro istituti di considerare come ricompensa
ai meriti scolastici il
portarsi a letto gli allievi.
Secondo lo storico Benedetto Varchi, il vescovo di
Faenza, Monsignor Cheri, morì mentre veniva
sodomizzato da Pierluigi Farnese, figlio bastardo di
Paolo III. La debauche presso il clero era ormai
praticata con tanta naturalezza che Leone X la
legalizzò con il libro-codice "Camera Taxe", che con
i suoi 35 articoli permetteva di ottenere il perdono di
tutti i crimini, anche i più efferati, dietro pagamento
di una ammenda da versarsi all'erario pontificio.
GxM